Tab Article
Dieci atleti, dieci campioni di altrettante discipline sportive, dieci variazioni sul tema universale della fatica. L'elogio di un valore oggi ritenuto «controcorrente», in un'epoca che pretende di vivere senza sforzo, che esalta il comfort a ogni costo ma che di fatto promuove la pigrizia, fisica oltre che emotiva e mentale. Lo sport, al contrario, rappresenta fin dall'antichità classica il paradigma dell'equilibrio tra mente e corpo, un modello di disciplina interiore che insegna a fare i conti con la fatica - in allenamento, in gara, nella vita. Queste pagine nate dalla collaborazione tra dieci stelle dello sport e uno psicoterapeuta mostrano come la mera potenza fisica non sia affatto garanzia di vittoria: ottenere un successo è sempre una «questione di testa», in termini di concentrazione, motivazione, strategia. Questo è vero per le discipline dove la prestazione atletica diventa gesto estetico, come la ginnastica artistica, o assume perfino un valore rituale, come nelle arti marziali, ma soprattutto per sport fisicamente massacranti - marcia, rubgy, canottaggio per citarne solo alcuni. In tutti i casi, la mente sostiene il corpo e lo spinge oltre i suoi stessi limiti. Così la fatica smette di essere un ostacolo e si traduce di per sé in un valore: solo il sudore, la determinazione, la tenacia portano alle grandi conquiste. Il «lavoro» quotidiano dell'atleta è un modello positivo per chiunque e in particolare per le nuove generazioni, perché in grado di educare al controllo degli impulsi, al miglioramento personale, all'intelligenza sociale. Lo sport ci insegna ad affrontare la fatica più dura, la «fatica di vivere», perché ciò che conta davvero, in fondo, non è un podio o una medaglia, ma la vittoria più autentica: quella sulle proprie paure, sui propri lati oscuri, su se stessi.