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«Con le Novelle, grazie all'ausilio delle figure retoriche, si è subito trasportati in un viaggio letterario in cui, passato e presente si intrecciano in un narrare che è, a volte, rigorosa essenzialità ma allo stesso tempo un magico raccontare di ricordi, memoria storica, di luoghi del proprio cuore, narrati con generosa ironia e indissolubile malinconia. Da Allegoria allo Zeugma, è un fruire di strumenti narrativi che si affacciano su questa variegata umanità: una tipologia di esseri pensanti che, nonostante la decadenza dei tempi, spera di risorgere attraverso la bellezza. Le figure retoriche, e mi affiorano alla mente le parole scritte dal compianto Gerard Genette, critico e saggista francese: "Ogni volta che lo scrittore usa una figura retorica riconosciuta dal codice linguistico, porta il suo linguaggio non solo ad esprimere il suo pensiero, ma anche a ratificare una propria qualità epica, lirica, didattica. Penso che M. Marcella Vivacqua, abbia ricostruito tutto ciò con le sue Novelle.» (Francamaria Gentili)