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La relazionalità umana ha un duplice volto, un duplice sguardo e un duplice campo di azione: quello rivolto verso se stessi e quello rivolto verso gli altri. Queste due forme di relazione si verificano simultaneamente e sarebbe difficile stabilire la predominanza di una rispetto all'altra, così com'è difficile stabilire se una zebra è un cavallo nero con strisce bianche o un cavallo bianco con strisce nere. L'idea nuova di questo libro non è il concetto di "relazione con se stessi" ma il fatto che questo tipo di rapporto sia considerato primario e con lo stesso potere motivazionale ed esplicativo che di solito viene attribuito esclusivamente alla relazione con gli altri, sia in ambito teorico che clinico. Per comprendere la natura dell'esperienza dell'essere umano, quindi, la relazione con se stessi non può essere riduttivamente fatta risalire, in senso genetico, al rapporto con gli altri.