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La fortuna è il cappuccio misterioso e fuggevole del monachelle. Ne è convinto il piccolo Marcello, immerso nella povertà della Calabria fascista, il cui unico conforto sono i racconti sullo spiritello del vecchio Cola, l'ufficiale dello Stato Civile di Portomagno, considerato pazzo da tutto il paese. Nonostante l'apparente bizzarria, però, l'anziano condivide un segreto col bambino: la benigna illusione di poter ridisegnare le grame esistenze dei compaesani aggiungendo a ognuno un secondo nome sui registri anagrafici. Crede, così, di sostituirsi alle Moire, le vecchie filatrici del destino, collocate al di sopra di ogni divinità. Intorno ai due protagonisti si muove lenta una realtà in cui si mescolano miseria dilagante, aristocratici feudali e formule arcane che porteranno Marcello a inseguire per anni un destino modellato da chiunque tranne che dal piccolo stesso.