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"Nell'incendio e oltre" accoglie l'ambiente immaginativo-espressivo del «repentismo cutise», dichiarato e iniettato nella lingua originaria del poeta, per la preminenza concessa al canto d'improvviso, per la libertà espressiva del dialetto, per l'equivalenza amore/morte o incendio, per l'identificazione e il crollo dell'essere nell'infinito, per l'infaticabile ricerca dell'oltre ad ogni costo. Simboli tellurici: il labirinto morbido dell'esistenza, le macerie di un mondo perduto, la costante dell'assenza, la lotta contro la malattia, la deriva dei valori quotidiani; veleggiano sull'oceano di questi versi, tra silenzi e urla, alla ricerca di un luogo ameno. "Nell'incendio e oltre" si spinge nei segreti di una lingua antidiluviana, violenta e pura, abbattendo lo steccato semantico che troppo spesso divide il sentire dell'uomo moderno.