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"Figli difficili" è un romanzo necessario oggi. A sessantadue anni dalla sua prima edizione è un'autentica sfida contro i dettami delle mode in questo nostro tempo dominato dall'incombere di storie a buon mercato. Ciò assume un significato ancora più 'eversivo' se si tiene conto della densa trama di ricordi fondante l'ossatura del romanzo, che Michele Prisco scandaglia con un rigore chirurgico, non allo scopo di edificare una 'cattedrale della memoria', ma con l'intento di evidenziare tutte le sfaccettature tipiche della complessa architettura caratterizzante il vissuto dei personaggi centrali, Andrea, Roberto, la signora Giuditta e Giulia, così da rendere la lettura impegnativa, eppure gradevole, anche per quel sottile fil rouge di suspense palpabile ad ogni pagina. "Figli difficili" è un romanzo connotato dall'attesa e dall'apparente immobilità dei personaggi che, pur bloccati nello stesso spazio, vivono la forza dirompente dei pensieri e delle emozioni; un'invenzione narrativa unica e, per molti aspetti, introvabile nel panorama della letteratura italiana contemporanea.