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Nel melting pot brasiliano, un posto di sicuro rilievo è stato assegnato all'immigrazione di massa giunta dall'Italia tra Otto e Novecento. Ma l'enfasi fu posta sin dall'inizio sull'alluvione migratoria diretta a San Paolo e alle fazendas pauliste, bisognose di sostituire il lavoro degli schiavi. Quando ci si rese conto che non tutti avevano scelto quelle mete migratorie e che l'immigrazione italiana, ed europea in genere, aveva dato luogo anche ad altre esperienze di grande interesse in altri stati del Brasile, emerse in particolare il caso del Rio Grande do Sul. Dove, però, tutti gli studiosi si concentrarono sulla colonizzazione delle vaste zone interne di quel territorio, affidata prima agli immigrati tedeschi e poi agli immigrati italiani provenienti soprattutto dal Veneto, i quali ultimi divennero l'icona di un'immigrazione italiana a carattere rurale. Questa monografia, frutto di un lavoro acuto e appassionato condotto con tenacia da Núncia Santoro de Constantino, pubblicata in Italia dieci anni dopo la sua seconda edizione brasiliana e a un quarto di secolo dalla sua prima apparizione a Porto Alegre, smonta un luogo comune duro a morire nella storiografia dell'emigrazione..