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Il pensiero politico di Augusto Del Noce si caratterizza per una complessa interpretazione della modernità. La modernità come tale va per lui contestata nel suo significato assiologico perché la sua problematizzazione è la condizione filosofica e politica per immaginarne un esito che permetta invece di recuperare il valore della persona umana come luogo dell'apertura alla trascendenza e come prima pietra dell'edificio sociale. Diversa è stata l'ermeneutica della modernità offerta da Del Noce, che contro la rivoluzione intesa come tentativo di sostituire la religione nell'opera di liberazione dell'uomo dall'alienazione, vede invece nel risorgimento una categoria ancora feconda di possibilità di libertà per l'uomo dell'epoca della secolarizzazione. Di fronte ai dilemmi delle odierne società liberaldemocratiche, la visione personalistica, che fa dell'uomo un essere dotato di un principio di dignità infinito, rimane il retaggio di quelle figure della nostra tradizione ottocentesca che, lungi dall'avere esaurito sue potenzialità, offre per lui ancora delle risorse per la salvezza di ciò rimane di più prezioso dell'umanesimo europeo.