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Se indagate contemporaneamente allo specchio musica e architettura permettono di rilevare e discernere questioni che solitamente sollecitano la ricerca di analogie, similitudini, comparazioni, cercando le quali si finisce per imbattersi per lo più in significative e insuperabili differenze. Dalle osservazioni sulle corrispondenze fra la composizione in musica e in architettura, soprattutto sul senso dell'esecuzione, sulle potenzialità espressive degli strumenti, sulla sperimentazione relativa ai materiali, sull'affinamento dei linguaggi - ricorrendo anche ad inevitabili forzature -, possono emergere punti di vista inediti, ma significativi per riconsiderare il percorso che l'evoluzione dell'espressività ha compiuto nei rispettivi ambiti di interesse. Ci sembra interessante approfondire il rapporto strumento-linguaggio con l'intento di cartografare percorsi interpretativi rivolti al futuro ed esplorare, da un lato quanto gli strumenti, perfino più dell'invenzione artistica, abbiano condizionato e indirizzato l'evoluzione del linguaggio. E, di contro, quanto la ricerca attorno al linguaggio abbia sollecitato le trasformazioni ed il perfezionamento degli strumenti.