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Il puntuale e approfondito studio di Francesca Stroppa muove dalla constatazione dell'impossibilità di esaminare i cicli pittorici senza comprendere la struttura architettonica nella quale sono allocati, mentre rileva che non può essere elusa la necessità di considerare le fonti iconografiche, agiografiche e più in generale documentarie e le dettagliate analisi di restauro. L'autrice mette così in campo un intreccio di elementi finora neanche immaginato, per offrire dati utili a una diversa prospettiva di lettura che integri informazioni fino a questo momento scollegate le une dalle altre, offrendo una più articolata scansione interpretativa dell'esemplare del caso bresciano.