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Tutto inizia e tutto culmina a Gerusalemme, città «d'oro, di rame e di luce», capitale dello shalom. Cioè, in un certo senso, luogo della pienezza, misura ormai colma d'ogni bene. E scenario interiore - memorato, ricordato - in cui anche ogni male subíto, ogni difficoltà affrontata, ogni debolezza sperimentata, finiscono per trasfigurarsi in bene. Insomma, Gerusalemme come metafora di un'esistenza intera: degli eventi familiari lieti o tristi e in ogni caso cruciali, degli incontri personali vissuti in giro per l'Italia e per il resto del mondo, dei film visti, dei romanzi letti e di quelli scritti, delle poesie pregate, delle pagine bibliche meditate. Tà Biblía, per l'appunto, è del resto questo stesso volume: una sorta di enchiridion, una biblioteca - ma pure una cineteca - racchiusa dentro il palmo d'una mano, in cui vengono sfogliati di nuovo e rivisti, dall'Autore assieme ai suoi lettori, i libri e i film della sua vita. Mentre la sua vita diventa un nostro libro, la sceneggiatura di un film tutto da immaginare. (Massimo Naro)