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«Fino all'età di 16 anni sono stato dislessico. Era impossibile per me leggere ma, preso da emozioni forti, all'udire una melodia classica o nel vedere una foto o fotogramma di vita, cominciavo a scrivere di getto come ancora mi capita. All'epoca controllavo sul vocabolario se le parole che scrivevo esistevano davvero. Ancora oggi tutto succede come allora. La musica è il propellente, muove qualcosa dentro di me e la penna traduce quello che provo per poi farmi sentire meglio o peggio. Tale dinamica è incontrollabile e nessuno l'ha mai capito, tranne mia madre e Michela. Dopo "Le poesie del nulla" (al nulla sentivo di appartenere, e forse in parte è ancora così) arrivò lei, e l'oltre cominciò prepotentemente a farsi strada dentro di me. Queste, dunque, sono: "Le poesie dell'oltre".» (David Scarano)