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Pantelleria viene rasa al suolo, per prima, nel 1943 col Corkscrew, poi Hiroshima col Little Boy, Nagasaki col Fat Man, New York col Ground Zero, la Siria, dove Palmira inoffensiva, indiscriminatamente, anche coi barili di bombe e le armi chimiche. Agli scampati il lutto per i morti e per i focolari sepolti, con le speranze, tra le macerie delle proprie pareti. La presunzione della mente e la forza dell'animo, cruentemente annichilite! In un abbandono all'inerzia più grave che se fosse stata a fronte di catastrofi naturali, in qualche modo, nell'ordine d'un presumibile rischio. Disancorata dal messaggio occidentale ma al passo col tempo digitale: è una poesia della precarietà quella che velocemente appare alla lettura per scomparire nella labilità. E il vento della disillusione soffia sempre più forte sulle certezze dell'animo.