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Nel settembre 1864, improvvisamente, Torino non è più capitale. Il governo ha concordato di nascosto con Napoleone III di spostarla a Firenze, non a Roma (contro il voto del parlamento italiano) per non compromettere il potere temporale del papa. Tutti sono stati tenuti all'oscuro fino all'ultimo momento e i torinesi, scesi nelle strade a protestare pacificamente, diventano vittime di una criminale repressione. Per due giorni, uomini, donne e ragazzi vengono attaccati e poi presi a fucilate dalle forze dell'ordine. È una strage, con più di 50 morti e tre volte tanti feriti. Ma come è stato possibile e di chi furono le responsabilità? A distanza di 150 anni, il libro dà voce ai testimoni di allora, ricostruisce i fatti e li inquadra negli avvenimenti in Italia e in Europa. Emergono la realtà della Torino di quel tempo, le condizioni di vita dei suoi abitanti e il difficile avvio di nuove prospettive di lavoro e di sviluppo.