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Nel libro si presenta una raccolta di cento ricette della tradizione culinaria di Valle d'Istria, registrate dalla viva voce dei parlanti l'antico idioma istrioto, e in esso puntualmente riportate. Quasi ogni testo è inoltre corredato da espressioni, memorie o bozzetti, attinenti la singola ricetta e tratti dai Quaderni in dialetto istrioto di Giovanni Obrovaz (1897-1977), i cui scritti sull'argomento rappresentano il filo conduttore di questa raccolta, facendo così confluire in un unico discorso storia, tradizione e cultura. Ad ogni testo in dialetto segue la traduzione in lingua italiana. Emergono, così, intrecciate alla storia del borgo istriano, le abitudini alimentari del passato dei suoi abitanti: dai gingioi (ciccioli) alla polenta; dalla pasta (lasagne, sorsinudi, patanostri, macaroi, fracadisi) alla minestra, passando per piadene de salata cul pan, fino alla (sporadica) consumazione della carne e del pesce.