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Le saline hanno caratterizzato a lungo, fin dalla preistoria, i paesaggi costieri pianeggianti del Mediterraneo: dai depositi naturali in ambienti favorevoli come le lagune e le aree leggermente depresse vicino al mare fino alla costruzione di appositi impianti. L'evaporazione dell'acqua marina lascia sul terreno i sali come anzitutto il cloruro di sodio. L'economia legata alla produzione del sale ha richiesto la costruzione di medie e grandi saline, ovvero impianti per l'estrazione del sale come oggi ancora è visibile nelle saline di Cervia (RA), Margherita di Savoia (BT), nel trapanese e a Sant'Antioco (SU). Un metro cubo di acqua di mare contiene circa 30 kg di cloruro di sodio e minime quantità di altri sali. In epoca romana ma soprattutto durante il Medioevo, il commercio del sale ha costituito una vera e propria industria che si è servita di rotte commerciali nei nostri mari e vie di terra, talora ha dato luogo alla costruzione di piccole e grandi città. Lo storico Jean-Claude Hocquet ha studiato e pubblicato le vicende delle importanti saline della Serenissima e in questo volume di quelle di Trieste e Muggia.