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Le strade di una città sono la plastica testimonianza della sua memoria, anche quella rimossa, come nel caso del colonialismo italiano. A Vittorio Bottego, esploratore parmigiano della fine dell'Ottocento, la propria città natale ha dedicato un ruolo di primo piano nella toponomastica, intitolazione di una scuola e un monumento posto all'esterno della stazione ferroviaria. Nonostante questa presenza diffusa la figura di Bottego, come quella di molti altri protagonisti del colonialismo italiano, rimane per i più avvolta in una densa nebbia, nutrita di mito e campanilismo provinciale, che da un lato ne rende incerti i contorni reali e dall'altro rafforza il paradigma degli "italiani brava gente". Tramite la figura di Vittorio Bottego, dunque, i saggi di questo volume cercano di rispondere a una domanda molto semplice: oltre ai segni concreti visibili negli spazi urbani, rimane in noi anche qualcos'altro di quello sguardo coloniale, introiettato a tal punto da non saperlo più distinguere dal resto?