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Ciò che caratterizza il capitalismo è la compartimentazione. Come i discorsi e le dottrine dogmatiche cerca sempre di mettere dell'ordine appellandosi a leggi universali, proiettando l'ordine di un supposto pensiero totalizzante, in realtà totalitario, sulle realtà materiali e sociali. E ciò lo porta a tenere rigidamente separati i registri del discorso scientifico, del discorso politico, di quello artistico etc. Guattari ci insegna, invece, che bisogna rifiutare non solo questo tipo di compartimentazione, ma anche tutto ciò che separa l'analisi di uno di questi discorsi dalle situazioni sociali che lo sottendono. La rivoluzione molecolare di cui si fa promotore deve aver luogo sincronicamente su tutti i registri: quelli del rapporto col tempo, con il cosmo, con le parole, con i suoni, le carezze, le cose di tutti i giorni, con i progetti più pazzi, più audaci, alla ricerca di una regolazione sociale non più fondata sulla legge perversa del capitale, del burocrate, del portavoce di professione, del giudice pubblico e del giudice intimo.