Tab Article
Pablo Neruda è stato un combattente in prima fila nella dura lotta del popolo cileno contro l'imperialismo straniero e contro l'oligarchia interna. In questo suo poema - prodotto della realtà cilena dei primi mesi del 1973, spazzata via dal vento della violenza e del tradimento che avrebbe condotto il Paese a un autunno tragico - non troviamo l'artista o l'intellettuale raffinato, ma il cittadino che con la sua voce grida in mezzo alla bufera civile. Il poeta lancia il suo allarme e segnala il pericolo attraverso un canto di lotta, che è anch'esso un'arma della lotta. Per questo il popolo impugna il libretto, anche gli analfabeti ne ripetono i versi e la stampa reazionaria reagisce con la critica e gli insulti. Il Premio Nobel in poco tempo diventa oggetto di una campagna denigratoria senza precedenti. E questo è il segnale che il libro ha colpito nel segno con la sua condanna inappellabile non soltanto nei confronti di Nixon, "il crimine fatto presidente", ma anche di tutti i gusanos, i vermi cileni, quei cospiratori che saranno autori della congiura che condurrà al golpe.