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Tra le mura fatiscenti del diroccato hotel Pidoman si radunano i più importanti nomi della cultura e dell'arte francese dell'Ottocento: Baudelaire, Nérval, Daumier e Balzac. In questi convegni, tenutesi in gran segreto, il medico Moreau de Tours, porta una pasta scura proveniente dai suoi frequenti viaggi in Oriente. A provarne l'effetto, mediante una convocazione misteriosa redatta in termini enigmatici, viene chiamato anche Théophile Gautier che, incuriosito da queste riunioni, ne prende parte con l'intenzione di scrivere un accurato reportage. L'esperienza di Gautier con le droghe si fonde così al suo fervido immaginario fantastico: il risultato è un gioiello letterario in cui invenzione e allucinazione si inseguono senza soluzione di continuità, si sdoppiano confondendo sogno e veglia, notte e giorno, vita e morte, e spalancano le porte del mistero.