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Pubblicato postumo, "Magia e schizofrenia" trae ispirazione dal periodo di lavoro che lo psicanalista Géza Róheim trascorse presso l'ospedale di Worcester, nel Massachusetts. A partire dall'ascolto prolungato di un paziente, l'autore esplora il rapporto tra pensiero magico e schizofrenia, malattia definita dallo stesso Róheim come "la psicosi per eccellenza". Secondo la concezione dello psicanalista ungherese, la pratica magica è infatti un tentativo di ricostruzione della realtà con mezzi libidici, esattamente come accade nei soggetti che manifestano sintomi psicotici di carattere schizofrenico. Avvalendosi di un metodo complementarista che combina visione antropologica e visione analitica, con questo libro Róheim apre una nuova frontiera dello studio psichiatrico.