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"In principio era la città" ed essa rappresentava il luogo minimo di convivenza sicura, di mutua assistenza e di scambio. Una città fatta di confini definiti, di regole e di tradizioni condivise dalla comunità. Poi la città è uscita dalle mura che la cingevano e ha iniziato ad allungare i suoi tentacoli verso nuove conurbazioni, inglobandole nel proprio tessuto e perdendo, tragicamente, la propria riconoscibilità. Questa è la città aggressiva di cui parla Toynbee prima di molti altri, risultato di uno studio rigoroso e di uno sguardo quasi veggente. E, sebbene l'avanzamento della città aggressiva sia ormai incontenibile, l'analisi di Toynbee sulle differenze e sulle somiglianze tra la città-mondo e le città che l'hanno preceduta, si rivela essenziale proprio perché può aiutarci a trovare il modo di imparare a viverci.