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La sintesi della lingua romana autentica, dei suoi sarcastici modi di dire, del suo disincantato cinismo, è la pasquinata, da secoli affissa sulla celebre statua di Pasquino, vicino piazza Navona, per sbertucciare il potere, la pomposità, i comportamenti umani. Luciano Santilli la prende a modello per ironizzare, in rime, sul terziario avanzato, l'impresa, il denaro, la carriera. Il titolo sottolinea l'attenzione particolare alla Rete: siccome i suoi vantaggi si conoscono, Pasqui.net si concentra sui difetti, sulle manie dei social network, come scambiarsi messaggini solo perché gratuiti, o le facce tutte chine su smartphone e tablet nei mezzi pubblici. E c'è ironia anche per la forza politica nata e cresciuta sul web, per i "Grilletti parlanti", nel capitolo "Mèjo pèrdeli che trovàlli". Al romanesco greve delle periferie l'autore preferisce la lingua arguta e salace dei rioni antichi, come Monti, i cui abitanti hanno sempre ritenuto di parlare l'unico romano autentico. Un esempio: dicono "noiartri", invece a Trastevere "noantri". Un capitolo è dedicato a Milano, dove l'autore vive, come tanti romani, che ci si trovano bene, al di là di battute sulla città "grande come l'Eur".