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Un uomo che trova coraggio solo dopo la morte, un killer senza volto e l'amante di una notte. Un "Capo" che mette ordine nel suo universo, un orfano di padre, il capitano di una squadra che non ha vinto mai e il compagno dell'agonia di uno scrittore soffocato dal successo. Ci sono i loro sette nomi sull'"Indice degli assenti" e ognuno è una porta che si apre su un palcoscenico nuovo rispetto a quello della quotidianità sul quale si ostinano a fingere di vivere. Nessuna rispettabilità, basta ipocrisia, e il mondo si trasforma in un posto diverso. Un luogo dove le pugnalate sono date con amore e i ricordi sono lì a mostrarti la distanza tra quello che sei e quello che avresti dovuto essere. Intorno il tempo scorre lento, con pochi cambi di scena, come a teatro. E così novanta minuti diventano lo spazio di una vita, una camera d'albergo un inferno personale e un bar l'unico posto dove sperare in qualcosa di migliore. Qui neanche Dio è buono fino in fondo e l'angelo della morte si è imborghesito e va in giro con lo smartphone. Odio, amore incontrollabile, impulsi vendicativi, manie, la volontà di distruggere o di costruire per una volta a modo proprio: forze troppo a lungo compresse si liberano e diventano iniezioni potenti di indecorosa verità che riaccendono gli occhi degli assenti restituendo ai loro sette nomi, per un momento, il loro senso.