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Nella Spagna degli anni Cinquanta, i fumettisti non erano considerati artisti, ma operai del disegno. Il loro lavoro era un impiego: guadagnavano un tanto a pagina, o vignetta, lavoravano a cottimo seguendo modelli prestabiliti e inamovibili. Rinunciavano agli originali e ai diritti d'autore in cambio dei soldi. Sopravvivevano. Poi successe qualcosa che interruppe questa monotonia e generò la speranza. Cinque straordinari disegnatori, famosi per i loro personaggi, osarono ribellarsi. Prefazione di Carlo Chendi.