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Il volume che qui presentiamo, frutto di una ricerca che ha scelto di ribaltare la prospettiva ancor oggi più diffusa negli studi sul Partito Popolare Italiano, mette al suo centro non i vertici del partito sturziano nato nel 1919, ma la sua base. Questo in una regione, il Piemonte, con una realtà sociale molto articolata e complessa. I ricercatori, che in gran parte avevano già lavorato per studi relativi al mondo cattolico piemontese durante la Grande guerra, si sono impegnati non tanto a enumerare i meriti o i limiti di una classe dirigente evoluta, quanto a indagare, attraverso le fonti disponibili, la composizione dei quadri dirigenti, anche piccoli o intermedi, di una forza politica cresciuta in poco tempo e poi declinata per l'emergere di diverse circostanze storiche e sociali, non ultimo il mutato atteggiamento della Chiesa. Si sono ritrovati così professori universitari e contadini, nobili e artigiani, operai e professionisti, commercianti, giornalisti e un gran numero di sacerdoti i cui nomi sono stati infine raccolti in un database composto da più di duemila elementi che potrà essere via via ampliato in un sito on line messo a disposizione dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin. Oltre ai saggi sulle singole realtà territoriali che mettono in luce analogie e differenze a volte anche molto marcate fra le varie aree territoriali facendo emergere elementi di grande interesse, spesso non scontati, sono stati delineati una settantina profili biografici di personaggi significativi, che hanno segnato la breve vita del partito nella regione.