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Prendendo come punto di partenza la condizione di gruppi storicamente discriminati come le donne disabili, le minoranze sessuali, le donne delle popolazioni aborigene del Canada, i rifugiati e i richiedenti asilo, il volume esplora il nesso tra ingiustizia e corporeità. La dimensione corporea ed emotiva dell'interazione e gli schemi di intelligibilità all'interno dei quali collochiamo i corpi determinano le condizioni che rendono possibile la visibilità e l'ascolto dell'altro e quelle che possono ostacolarli, costituendo così un serio ostacolo al raggiungimento della giustizia sociale.