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«(...) il poeta è consapevole che il cuore della sua poesia rimane ancorato alla metafora del volo: donde il rilievo che assume, per concentrazione massima, una lirica della sezione quinta, L'ultimo volo. Qui l'amore, Dio e l'invocata Poesia ("occhi ridenti,/ vento di primavera") sono argomenti che convergono a una ricapitolazione e a un proposito-auspicio, formalizzato nel sintagma dell'"ultimo volo". E mentre il poeta "resiste in volo lungamente" e avverte che sta perdendosi "in ignote lontananze, ma/ non più da solo", una simmetria spontanea ricongiunge i versi di Sera, dove il libro si compie, a quelli di Ala che n'erano stati, forse cinquant'anni addietro, il germe grezzo ma intimamente vitale.» (dalla Prefazione di Silvio Ramat)