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Chi è, dunque, il poeta Pagliani? Quale la sua personalità in un'epoca di scacco e non rassegnato anelito dei valori e della poesia? Nei suoi componimenti si può cogliere il suo autoritratto, il suo modo di porsi nei confronti della società e del mondo. Egli non è l'eroe, il personaggio del giorno, l'intellettuale di calviniana memoria che mira a far sentire le sue opinioni attraverso i media; egli si pone contro le false sicurezze della società tecnologica, contro l'uomo forte che pare dominare il mondo e contro la massa felice dell'inquieta inerzia del consumo, preferendo le piccole cose crepuscolari, come santini e tabernacoli, così come di stampo crepuscolare è la sua maschera di istrione e di pagliaccio deriso e battuto, che si compiace della solitudine e del crisma dolce-amaro dell'eremita e del martire, forte e debole al tempo stesso. Ma egli è anche il solo che sa immedesimarsi nella realtà del mondo, sa darle un nome, sa riscattarla dall'indeterminatezza e ritrovare in essa la sua stessa sofferenza...