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È un recupero storiografico, quello proposto dagli autori di questo libro, che concorre a far luce su una Istituzione didattica, quella dell'Università Castrense di San Giorgio di Nogaro, che operò nelle retrovie del fronte isontino e che vide coinvolti tutti gli aspiranti medici del V e VI anno accademico con il vincolo di leva. Un diploma di laurea che fu conseguito in un periodo storico particolare, in circostanze irripetibili e con modalità di apprendimento che superavano di gran lunga quanto previsto dagli studi regolari, e non solo per l'ampia casistica clinico-chirurgica di cui questa Scuola medica era dotata, ma anche per un organico di eccellenti docenti militarizzati che provenivano da tutte le Facoltà del Regno. Fu un'esperienza universitaria significativa che contribuì al progresso della sanità pubblica italiana del primo Novecento, ma che per molti dei suoi allievi si concluse sui campi di battaglia nel compimento del proprio dovere. Fu l'Università Castrense, questa Sezione staccata di medicina, a contare il più alto numero di caduti delle Facoltà del Regno nella Grande Guerra.