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Diffusamente e capillarmente produttore di interessi storici, archeologici, iconologici, architettonici, esegetici e letterari, mistici e misterici, il racconto delle "Nozze di Cana" - tramandato esclusivamente da Giovanni Evangelista - è avvicinato dall'autore attraverso uno studio simbolico della raffigurazione ostensiva del cibo, il quale - presenza silente, sovente giudicata indigesta - s'attesta con pluriformità di significati che permettono di riconsiderare la stessa produzione artistica del '500 veneto come foriera di accezioni non altrimenti percepibili dai personaggi, dai gesti e di quanto viene intessuto attraverso l'impalcatura scenica di ogni telero e tavola richiesti dai committenti della Repubblica di Terra e di mare nel XVI secolo. Prefazione di Loredana Olivato.