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Dopo aver disegnato storie a fumetti, nel 1952 l'autore da sprovveduto autodidatta iniziò un romanzo in cui proseguiva una sua 'mitologia': solo dal 1954 si dedicò a scrivere racconti utilizzando forme desuete o improprie, idiotismi e metafore quasi intraducibili, ma anche neologismi, alcuni accolti poi nei dizionari. Una scrittura senza riscontri e con pagine spesso 'illeggibili' che potrebbero significare opposizione o resistenza di ciò che non è a ciò che è. I testi sono conformi agli originali: solecismi compresi.