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"La terra sicula di Sebastiano Arcoraci è un concentrato di stupori, tremori, sapori, emozioni lattiginose, tentazioni adolescenziali, paure ataviche, spremiture emotive, circonlocuzioni verbali, sventagliate profumate di meraviglie cuciniere. Figli liminali tra la terra e il mare, i suoi ricordi si dipanano alla riscossa tra Milazzo, Bologna e Padova in un susseguirsi di commozione, eccitazione, repidazione, momento e turbamento, un mix che dà il senso stilistico del suo scrivere veloce, inzuppato di quell'universo locale abitato da fimmine e masculi, il Milo e la Maria Tindara per intenderci, e tutti gli altri attori-spettatori, che vanno ad abitare e costruire, con il loro esistere, l'umano sentire." (dalla prefazione di Federica Cappellato)