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L'ombra ha in ogni epoca suggestionato gli artisti: la sua molteplicità e la proprietà di rivelarsi in aspetti diversi la dividono dall'oscurità. Giovanni Sato riporta su un piano ulteriore la sua ricerca poetica, svelando le infinite possibilità - di senso, di figura e simbolo - che l'ombra contiene. In quest'opera l'ombra si è avvalsa della fotografia per "mostrare" tutta la propria interiorità, la capacità di essere sempre presente seppure quasi non vista o ignorata, "sorella della luce": un gruppo di studio formato da sedici fotografi del Fotoclub Padova si è ispirato alle poesie estrapolando dall'ombra "disegni di luce" con inquadrature che invece che consolidare l'esistente hanno cercato di farne "trasparire" l'interiorità. L'ombra come immagine diventa il segno di una visibilità che sfiora o, meglio ancora, assume presenza e identità. L'ombra come forma breve ma duratura, inestinguibile, in quanto riproduce e alimenta altre forme e altre ombre.