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Ogni luogo ha una sua identità, una sua anima, uno spirito che lo compenetra. Gli antichi romani chiamavano quest'entità Genius loci. La lingua, il dialetto o il vernacolo locale rappresentano una delle forme in cui un dato luogo manifesta la propria essenza. Ci sono concetti, modi di essere e di sentire che possono essere pienamente espressi solo nel vernacolo locale. Anche la migliore delle traduzioni toglierebbe loro qualcosa, toglierebbe loro quella musicalità e quel carattere che il luogo stesso emana. Romano Bolgia è maestro nell'esprimere l'identità della Città eterna. In queste pagine, una carrellata delle sue poesie. Dalle memorie private alle istantanee di una Roma che non smette mai di ammaliare, dai ritratti della Natura, in continuo mutamento, ma sempre fedele a se stessa, a quel mistero in?nito che sono gli esseri viventi e le donne in particolare. Emozioni in rima, in una lingua, il romanesco, che esprime, con forza, l'identità di una città, accogliente, ma mai ingenua, ironica ma sensibile e profonda al tempo stesso.