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Pechino3 è divisa in tre spazi e le ventiquattr'ore di ogni giorno sono state accuratamente organizzate per salvaguardare il tempo e l'aria che respira l'élite, composta da cinque degli ottanta milioni di persone che abitano la metropoli. Tutti gli altri, incastrati nella rigida stratificazione urbana, si spartiscono quello che rimane. Lao Dao è nato nella città pieghevole e lavora in discarica come suo padre. Vive nel sottosuolo, ma per consegnare una lettera in cambio di denaro si intrufolerà negli spazi della classe media e di quella alta, scoprendo l'esistenza di mondi diversi dal suo. Catastrofe ecologica, tecnologie di sorveglianza e disuguaglianze sociali stravolgono il tempo e lo spazio in "Pechino pieghevole", l'emblematico racconto che dà il titolo a questa raccolta, che si inserisce nell'«ultra-irrealismo» (chaohuan), il genere letterario ispirato dalla realtà allucinata della Cina odierna. Negli undici racconti, Hao esplora la fragilità umana, alle prese con gli spettri del cambiamento e del possibile, l'intelligenza artificiale e l'automazione, costruendo una narrazione pervasa di sensibilità per quest'epoca di incertezza, solitudine e disorientamento. Se la science fiction è il realismo dei nostri tempi, Hao Jingfang rivela angolazioni inattese ed estreme da cui osservare il mondo futuro in cui già viviamo.