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In Birmania gira una battuta popolare, secondo cui Orwell non scrisse soltanto un romanzo sul Paese, "Giorni birmani", ma un'intera trilogia, completata da "La fattoria degli animali" e "1984". La connessione della Birmania (oggi chiamata Myanmar) con George Orwell non è metaforica, ma profonda e reale. In un intrepido diario di viaggio dal taglio politico e biografico, Emma Larkin guida il lettore alla scoperta dei luoghi dove Orwell ha vissuto e lavorato come agente della polizia imperiale britannica, vivendo esperienze che condizionarono profondamente la sua visione del mondo. Alla scomparsa di Orwell, il romanzo in stesura trovato sulla sua scrivania era ambientato in Birmania. Attraversando Mandalay e Yangon, le isolate aree meridionali del Delta dell'Irrawaddy e le montagne del nord dove gli inglesi andavano in villeggiatura per sfuggire al caldo delle pianure, l'autrice ritrae con immagini vivide un Paese appassionante e struggente. Prima colonizzata e in seguito governata da una giunta militare isolazionista e brutale, la nazione ha visto la propria storia e identità cancellate a più riprese da metodi di governo orwelliani, che hanno soppresso libertà d'espressione e pensiero. Ispirata dalla chiarezza morale e dal rifiuto dell'ingiustizia di Orwell, l'autrice incontra persone che hanno trovato un modo di resistere agli effetti annientatoti di uno dei più crudeli Stati di polizia, restituendo loro dignità.