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Dare la morte prima di riceverla non era solo una banalità connaturata in ogni battaglia: per i mastri balestrieri, si trattava di un vero proprio stile di combattimento. Scoccare il dardo della propria armatura balestra, prima che l'avversario cali la spada, era a dir poco fondamentale, non possedendo nessuna daga per intercettare le lame dell'avversario, o scudo per frenare i colpi nemici. Per loro non vi era nessuna difesa, se non l'attacco. Tulke, nonostante si considerasse uno dei migliori di questa categoria di soldati - e forse lo era anche - a causa di un ridimensionamento delle truppe, fu tagliato fuori dall'esercito. E ora, insieme ad altri cavalieri di ventura ed un mago, lavora per conto dell'Impero come mercenario in una delle più sperdute isole degli arcipelaghi, a difesa dalla Rocca dalle incursioni di strani umanoidi simili a crostacei, venuti direttamente dagli abissi marini. Ma presto l'assortito manipolo scoprirà che li attende una minaccia ben maggiore, di qualche stupida creatura dalle sembianze d'aragosta, nascosta nella profondità degli oceani.