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Nei trecento anni di vita della dinastia Spencer si susseguono eventi bellici, ribellioni e rinascite. Epoche e storie diverse con un unico fil rouge: la stupidità dell'uomo. Nell'alternanza tra guerre che muovono dalla ricerca del potere e della supremazia dell'uomo sull'uomo, e brevi periodi in cui pare prevalere un diverso approccio alla convivenza, la ruota della storia gira, ma cambiano solo i protagonisti e il contesto, non il risultato. Sia che si tratti del futuro prossimo o di quello remoto, si rinnovano gli eventi, si ripropongono le occasioni, si modificano gli alibi, ma alla fine tutto torna a ripetersi come prima. A nulla serve il forzato isolamento in cui cerca rifugio, e un futuro migliore, parte della popolazione. Non bastano l'abolizione della proprietà e dei culti, il divieto di concorrenza e l'assenza di meritocrazia, a evitare conflitti, e distruzioni. A niente serve neppure l'eliminazione coattiva delle pulsioni emotive. Prima o poi, l'animo umano mostra ineludibilmente il feroce volto dell'egoismo.