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"L'ago dei ricordi" è nelle mani dei vecchi che, su panchine di sasso, rammendano la vita. Questa immagine dà corpo e titolo alla raccolta poetica: Luigi Paternoster cuce i suoi ricordi legati ad un'infanzia indimenticabile. Suoni, rumori, luci ed ombre, silenzi e voci rimbalzano nei testi sia quelli personali della memoria, sia quelli spalancati sui drammi e le tragedie del mondo. Due immagini in particolare restano impresse e tessono un ponte sentimentale tra i due universi poetici: la barca dei sogni ("Imbarcherò i miei sogni - sulle ali dei petali di ciliegio - che il vento di primavera - ha posato - sul tetto del mio cuore") e il capello con cui vorrebbe cucirsi gli occhi per non più vedere altri bimbi bocconi sulla sabbia del mare come il piccolo Aylan. È in versi come questi che "L'ago dei ricordi" sa ricucire l'oggi del mondo con un passato ricco di affetti, di passioni, segnato sempre dall'amore, l'amore di un vecchio ammalato di amore e di tanta tenerezza.