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Duecento anni fa, era il marzo del 1822, Antonio Canova inviava a Perugia Le tre Grazie. Un dono di inestimabile valore fatto all'Accademia di Belle Arti che apriva le porte all'opera di un artista vivente, il primo del suo tempo a colloquiare alla pari con l'Antico. Questo è l'Incipit del ponderoso catalogo della mostra di Perugia, che celebra il grande scultore, nel bicentenario della morte, la sua stretta relazione con l'Umbria, terra amata, raccontandone la storia da una particolare angolazione, geografica e culturale, che consente di cogliere le dinamiche artistiche di irraggiamento, circolazione o interlocuzione tra Roma e l'Umbria pontificia (ma per un lustro anche napoleonica). Il volume propone un ideale attraversamento dell'arte in Umbria tra Sette e Ottocento, con un percorso scandito in sezioni tematiche, ciascuna delle quali identificata da sculture emblematiche in dialogo con le "arti sorelle", architettura, pittura e musica: L'Umbria pontificia, La stagione napoleonica, Canova e l'Accademia di Belle Arti di Perugia, "Un'altra linea di bello": verso il Purismo, Le incisioni, L'eredità di Canova. Una sezione dedicata al Paesaggio fissa l'orizzonte ideale, che non fu "cornice", di un territorio crocevia di artisti, viaggiatori, collezionisti, eruditi: è lo spazio reale di questo itinerario nel tempo - dell'arte e della gloria - di Antonio Canova