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Una ribelle, una bambina anticonvenzionale, una sognatrice, una persona terra terra, una Lolita, tutto e il contrario di tutto: Anita. Da bambina la vita della protagonista sembra segnata da una diagnosi funesta: meningite. Sembra che tutto debba finire, ma non per un giovane virgulto che ha tanto da dire e fare. Così la piccola guarisce e, nell'inconsapevolezza di essersela vista brutta, lei si gode la sua vita: la scuola, due genitori affettuosi (ma distanti l'uno dall'altra), la sorella maggiore Carlotta, emblema di perfezione, la zia Francesca che la ama e veglia su di lei, la migliore amica Lisa. Anita è scostante, si stanca ben presto delle cose, che siano persone o oggetti, eppure è dotata di un senso profondo della vita, trascorrendo i giorni con l'obiettivo di aiutare gli altri. Pagina dopo pagina cresciamo un po' con Anita, vivendo sempre quel suo strambo punto di vista: ecco gli amori sbagliati, la passione per i Pearl Jam, gli studi classici, i disturbi alimentari, la dolorosa separazione dei genitori e la voglia di crescere in fretta, provando a mantenere un'innocenza che lei stessa sente voler trattenere con tutte le sue forze.