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In "Distopìa" le tematiche sono potenti, attuali, sempre in bilico tra schiaffi e carezze: angoscia esistenziale, morte consolatrice, presagi funesti. Immagini forti, dal sapore decadentista, permeate da sopita nostalgia. Chiara Moranda non si impone come guida illuminata, portatrice di una verità assoluta, ma crea la percezione di essere veggente di mondi remoti e misteriosi: a volte cruenti e reali, a volte futuri e nefasti, sempre suggestivi. "... la chiameranno morte e avranno paura, solo perché non sanno come si vola".