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"Quando Abele scagliò la prima pietra" è un thriller politico che nasce, cresce e si evolve attorno alla figura del suo personaggio principale, l'agente federale Marley Dempsey, un quarantenne pluridecorato ex Maggiore della U.S. Army dotato di una mente sopraffina che gli consente di vedere il mondo come nessun altro è in grado di fare. Ma la sua più grande abilità è quella di riuscire a concentrarsi in una maniera tanto intensa, da essere in grado di estraniarsi dalla realtà, al fine di scrutare dettagli che nessun altro è in grado di cogliere. Dempsey è la storia del libro. E il libro è un po' la storia di ognuno di noi. Comprendere Dempsey diviene pertanto un passaggio cruciale per comprendere, in buona parte, noi stessi. Sull'onda di questo fine, diviene utile concentrare l'attenzione anche su un altro personaggio: Cristopher Delay, l'uomo a cui sparano al termine del prologo e la cui lotta tra la vita e la morte accompagnerà Dempsey nel corso della storia. Durante lo svolgimento delle indagini, il capoagente Dempsey avvierà una corsa contro il tempo che farà emergere le instabili basi di un sistema corrotto e privo di ideali.