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C'è Emanuele che è in un letto, in coma. E c'è sua mamma che se ne prende cura, da diciotto anni. Da quando il 16 novembre 2001, a ventitré anni, ci fu l'incidente d'auto che ridusse Emanuele in uno stato vegetativo dal quale non è più uscito. C'è un diario che la mamma tiene dal giorno dello schianto, per annotare tutto ciò che succede da quando suo figlio non risponde. E poi c'è un giornalista miscredente, rintracciato dalla mamma per trasformare il diario in libro, che si appassiona alla storia più tragica che gli sia capitata per le mani e decide di raccontarla a partire dall'inizio. Ci sono due cani, delle indagini chiuse troppo in fretta, dei dottori crudeli, una burocrazia sfiancante, un fratello pilota d'aereo, un padre che si spegne e poi muore. E infine, ci sono le domande che il giornalista, spietato, pone alla madre: credi in Dio? Perché ci credi? Tuo figlio è felice? Perché speri ancora? Che senso ha tutto questo? E per ogni domanda c'è una risposta. Una storia vera raccontata dalla viva voce di una madre, senza lacrime o nodi in gola, come sfida alla disperazione. Una madre giunta all'ultima speranza, che di essa si è fatta custode, difendendola con il coraggio di chi è consapevole che solo quando quella si esaurirà, sarà davvero tutto finito.