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Lo Stadio Olimpico è un vecchio amico al quale i romani e gli italiani sono legati dall'affetto più profondo. Ha i capelli bianchi e qualche ruga, ma questi sono dettagli insignificanti. Perché quando inizia a raccontare le sue avventure si rimane in ossequioso silenzio, incantati nell'ascoltare una parte importante della storia della Capitale. In questo libro le luci della ribalta sono puntate su un impianto che ha regalato un'infinità di emozioni. Un viaggio tra uomini, imprese e progetti architettonici: perché l'Olimpico al quale sono abituate le nuove generazioni è l'ultima di quattro versioni. Una favola emozionale scandita innanzitutto dalle imprese di Roma e Lazio, che complessivamente vi hanno conquistato quattro scudetti. Ma l'Olimpico è anche lo stadio della Grande Ungheria di Puskas, che nel 1953 viene a inaugurarlo sotto lo sguardo del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. È lo stadio dell'Olimpiade del 1960 ed è lo stadio dell'atletica, del rugby, dei concerti, dei comizi, di set di celebri pubblicità e di svariati film divenuti veri e propri cult. Sospeso tra passato, presente e futuro, fiore all'occhiello della splendida zona del Foro Italico, trait d'union utile a rivisitare anche la storia degli altri stadi di Roma: è sempre lui, il nostro teatro dei sogni.