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Continua a rimbalzare, quel pallone a spicchi. Mani sapienti lo accompagnano e lo passano come un testimone di una serie infinita di racconti, alcuni persi in un tempo in bianco e nero, altri più recenti. C'è chi riceve la sfera arancione guardandoci da una nuvola del PalaParadiso, come Mariuccio Delle Cave, il ragazzino partito da Primavalle, che sognava l'NBA e che un destino crudele ci ha strappato, o Willie Sojourner tornato nella sua Rieti per non lasciarla mai più. Sono loro che aprono le porte di questa Hall of Fame del basket romano e laziale, in cui trovano posto i percorsi di allenatori, giocatori e dirigenti che dopo aver scritto gloriose pagine sportive continuano a seminare il loro sapere cestistico al servizio di un movimento vivo, che guarda al futuro con tanta ambizione. Come Enrico Gilardi, che col suo numero 10 sulle spalle ha consegnato alla città successi nazionali e internazionali, o il figlio d'arte Busca, arrivato da Palestrina, o gli adottati Tonolli e Datome. E poi ecco il sogno della Lazio romana e autarchica di Asteo, impreziosita dal tocco di NBA di Jeelani, la rocambolesca promozione in B della Petriana e la novità sfrenata della squadra di quartiere, l'Eurobasket, i tocchi d'artista dello scultore Lucchesi e un basket differente ma denso di passione come quello della New Star. Tutti racconti che partono dal cuore, che batte a mille per quel fantastico pallone a spicchi che non vuole smettere di rimbalzare.