Tab Article
Nei primi anni del secolo scorso il calcio in Brasile non è ancora diventato lo sport nazionale e il tratto distintivo, insieme alla musica, del Paese tropicale. Il Futebol è soltanto un hobby praticato dai rampolli delle élite economiche, che lo giocano insieme ai figli dei funzionari delle società straniere presenti a Rio de Janeiro e San Paolo. È allora che ha inizio questa bella storia: dopo aver assistito al successo della tournée brasiliana delle nostre più forti rappresentative dell'epoca, il Pro-Vercelli e il Torino, quattro esponenti della comunità italiana emigrata a San Paolo intuiscono che la capacità di attrazione e il fascino del calcio possono trasformare la pratica sportiva in uno strumento che valorizzi gli italiani agli occhi della società che li ha accolti, spesso sfruttati e non ancora abbastanza apprezzati. Il 26 agosto 1914 nasce così la Società Sportiva Palestra Italia. Tra la sorpresa e il disappunto della stampa locale, è l'intera colonia italiana che comincia a recarsi allo stadio per sostenere la squadra tricolore. Ogni suo successo viene celebrato molto al di là della sfera sportiva, come la vittoria di un popolo sull'esclusione sociale che ancora patisce. E i successi non mancano: la Palestra Italia si aggiudica già nel 1920 il primo di una lunga serie di scudetti e trova i suoi beniamini in Heitor e Bianco Spartaco Gambini. Fino a quando, nel 1942, la squadra è costretta a perdere l'accento italiano e a cambiare il nome in Palmeiras.