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Dal suo angolino di esistenza, Lenna, ormai malata, si rivolge all'amato nipote Giulio, il figlio che non ha mai avuto; la sua è una vera e propria confessione, in cui ripercorre la propria storia fin nei più intimi ricordi: la sua gente, la guerra, la vita in campagna. Lenna è una sarta, le sue mani sono abituate a cucire stoffe per creare qualcosa di nuovo, così come il dispiegarsi del tempo ha ordito le trame di tutti coloro che gravitano intorno a lei. In una Ciociaria isolata nel suo bozzolo e sopravvissuta ai colpi della Seconda guerra mondiale, quello che accade è semplicemente la vita, che si ramifica attraverso le sue stagioni, in un succedersi di amori e avversioni, contatti e distacchi, nascita e morte. Ma gli istanti di vita sono effimeri e Lenna lo sa bene; non resta quindi che una preghiera a colei che sola può preservare il segreto impresso in quei frammenti: la memoria.