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Un'anima disincantata che tra le crepe di una buia e greve muraglia cerca la sua luce, per quanto flebile e lontana possa essere. «La poesia è la sottile e invalicabile distanza/fra l'uomo e l'animale/è ciò che permette all'essere umano/di nascondere i suoi istinti più bassi». Albe e crepuscoli, così diversi eppure così simili, forniscono il punto d'accesso al mondo dell'autrice, in grado di riempire il vuoto con la parola. Tra le pagine Irene Pellegrini sublima il valore salvifico della poesia contro le mancanze e le nostalgie, contro la «polvere sporca» che adombra l'anima. Le liriche dell'autrice sono di velluto, intrise di malinconia e femminilità, caratteristiche che lasciano filtrare un raggio di speranza, con una lingua fresca ma al contempo matura.